sagome in legno per forcole nella bottega artigiana di Piero a Venezia

A Venezia nella bottega di Piero, astronomo diventato remèr

Guest post a cura di Silvia Zanardi | Blog: storiedichi.com

Avete mai sentito parlare del “Forcolaio Matto”? A Venezia è molto conosciuto, non solo per essere uno dei più giovani remeri e forcolai della città, ma anche per avere avuto il coraggio di cambiare vita, lavoro e ambizioni da un giorno all’altro.

Piero forcolaio e remer a Venezia

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Proprio così: il ragazzo che passa le sue giornate in un bellissimo laboratorio tutto legno, scalpelli e trucioli nel sestiere di Cannaregio si chiama Piero, si è laureato in astronomia all’Università di Padova ma dalle stelle è passato senza troppa esitazione ai remi e alle forcole.

Ora che sapete della sua coraggiosa scelta di vita, capite perché si fa chiamare “Forcolaio Matto”? Quando lo vedo scolpire il legno con tanta dedizione penso che, in realtà, la sua unica pazzia sia quella di dare ogni giorno corpo e anima a una passione. E non è forse questo a rendere così affascinante il mestiere di un artigiano?

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“Mi sono iscritto all’università, sono arrivato fino in fondo ma quando mi sono reso conto che mi aspettava un futuro da precario insoddisfatto ho deciso di cambiare rotta”, mi racconta Piero. “In realtà mi era già tutto molto chiaro – continua – Sono cresciuto con i remi in mano, ho sempre amato vivere Venezia spostandomi in barca. Adoro la dimensione umana della nostra città. Volevo lavorare per la laguna e ho deciso di farlo”.

La sua lungimiranza gli è servita a guadagnare tempo: durante gli studi di astronomia, Piero ha imparato a realizzare remi e forcole dal maestro Paolo Brandolisio e ora è uno dei quattro remeri forcolai rimasti attivi a Venezia. “Sono contento della mia scelta. Mi sembra che a Venezia ci sia un graduale ritorno agli antichi mestieri, ma l’importante è che non diventi una moda. Dobbiamo far vivere le nostre attività e crederci fino in fondo per far sì che si rinnovino nel tempo”.

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Piero, nella sua bottega d’altri tempi, non ha né internet né smartphone, ma solo due mani che diventano ogni giorno più esperte. Per realizzare i remi dei vogatori utilizza il ramino, un legno indonesiano che essendo sempre più raro spinge a sperimentare nuove specie, come l’abete e il faggio. Per le forcole usa sempre il noce, che richiede da un anno e mezzo a due anni per arrivare a completa stagionatura.

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“Molte volte facciamo delle scelte perché pensiamo a priori che siano giuste o perché qualcuno ce le ha consigliate ma la migliore cosa da fare, è seguire la propria spinta interiore. La mia mi ha portato qui dentro e mi fa restare nella mia città, che spero in qualche modo di aiutare a rimanere viva”.

Silvia Zanardi, giornalista professionista dal 2013. Dal 2008 collabora con il  Gruppo Finegil L’Espresso e il Gruppo 24 Ore. Vive a Venezia e ha aperto il Blog storiedichi.com per raccontare storie di persone che, nel silenzio, riescono a realizzarsi. Nonostante la crisi e la diffidenza, puntando a identificarsi con le proprie passioni.

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Fotografie: Evelyn Leveghi