Maria Federica, modista e feltraia.

Guest post a cura di Marianna Mollica | Blog: BrandEssere

C’è un atelier nel cuore della Spezia dove vengono confezionati con cura cappelli e accessori per ogni occasione. Ad accogliervi c’è Maria Federica, modista e feltraia.

Ogni giorno apre e chiude la sua saracinesca con sopra scritta una poesia di Alfonso Pierro ed è un regalo per ogni passante che può immergersi nell’ atmosfera dell’atelier-laboratorio anche quando ormai è notte:

TANTO DI CAPPELLO

Togliamo il capello chapeau
PREZIOSO chi veste una testa
Di legno per dare degna fattezza
L’idea misurata calza a pennello
Sul capo di quello che abbiglia l’intento
Con stima e rispetto un po’ per il freddo
Lo stile la moda o forse il bon ton
Passione lavoro ostinato
Ingiusto dannato se l’artigiano
E’ obbligato a prendere caro
Anche il tessuto meno pregiato
Copricapo s’acconcia il feltro
Pezzi unici dalla bottega
FABBRICA di cupole pizzicotti
Corone a nastro fatte a mano
M’inchino quindi al buon esempio
C’è chi alla stoffa aggiunge impegno
Davvero adesso ho inteso meglio che
Poesia è nuda ma col cappello.

Decidere di indossare un cappello è una scelta

Indossare un paio di scarpe è una necessità, mentre un cappello lo si sceglie perché lo si vuole. Maria Federica questo lo sa bene, perché la passione per i cappelli l’ha sempre accompagnata tanto da farne inizialmente una collezione. La immaginiamo davanti ad un piccolo specchio, di un mercatino o di un laboratorio di modisteria, a provare e riprovare decine di cappelli e per l’indecisione comprarne più di uno. La immaginiamo anche, dopo l’acquisto, toccare il tessuto ed osservare i dettagli di lavorazione e maturare così l’idea di imparare il mestiere di modista.

Essere modista in Italia

Fare la modista significa creare, confezionare e ornare cappelli partendo da una base rigida (c.d. forma) sulla quale viene modellato il materiale seguendo l’idea e il disegno prescelto.

Le forme dell’atelier sono di legno e sono per lo più pezzi unici d’epoca, tutti scolpiti a mano, per questo i cappelli hanno quell’aria un po’ retrò che a Maria Federica piace tanto.

Tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900 il mestiere della modista ha avuto la sua massima espansione fino a diventare oggi un lavoro di nicchia. Infatti, per Maria Federica non è stato facile poterlo imparare perché “le modiste allora erano già anziane e nessuna aveva voglia di passare un mestiere che sembrava destinato a morire”.

Ma non si è data per vinta. Si è avvicinata al feltro dedicandosi giorno dopo giorno al perfezionamento della tecnica. Una volta acquisito la capacità di produrre cappelli in feltro artigianale si è specializzata consultando libri, siti web, fotografie, pubblicazioni del settore, vecchi manuali: ne ricorda uno di fine ‘800 che spiegava come avviare una bottega di cappellaio, pieno di consigli bizzarri su come arredare il negozio e proporre la merce. Infine, ha continuato a specializzarsi all’estero, dove l’offerta di corsi è più nutrita essendoci centri che offrono programmi di formazione di alto livello.

In Italia, nonostante sia famosa per la produzione di capelli, non esiste nulla del genere. Probabilmente diamo per scontato che ogni generazione trasferisca alla successiva la propria conoscenza.

La testimonianza di Maria Federica ci dimostra che non è così e quanto sia importante conoscere per poi condividere. Ed ecco che, insieme a Italian Stories, organizza workshop di modisteria per trasmettere, a italiani e non, l’arte del creare un cappello fatto a mano. Che sia questo il modo per dare l’impulso alla nascita di nuovi artigiani del Made in Italy? Noi crediamo di sì!

Vivere l’esperienza nel laboratorio-atelier di Federica significa anche acquisire la consapevolezza che acquistare un cappello artigianale in feltro è una scelta, per chi desidera avere un copricapo di qualità e modellato in base alla propria personalità…

Sì, perché il cappello è il miglior alleato per comunicare: a volte eleganza, altre rispetto, altre ancora allegria, ecc… dipende dal modello. Vi immaginereste mai un mago senza un cappello cilindrico? O come sarebbe stata la scena dell’arrivo di Totò a Milano senza il colbacco?

Abbiamo chiesto a Maria Federica di scegliere tre personalità d’ispirazione italiane a cui associare un modello di cappello e perché, ecco le sue risposte:

Rita Levi Montalcini, neurologa e Nobel per la medicina-

“Ho sempre pensato che avesse uno sguardo molto romantico ed un’eleganza speciale, per lei un cappellino con veletta.”

Margherita Hack, astrofisica e divulgatrice scientifica-

“Sempre sorridente e di sicuro con una forte personalità, la vedrei con un’acconciatura un po’ pazza”.

Mariangela Melato, attrice-

“Bella e altera, ingenua, seducente, comica, drammatica. Sapeva essere tutto. La vedrei con una bombetta un po’ western, un po’ British, ma colorata.”

Che altro dire… Chapeau!